NORMALMENTE ALL’ APERTO

Testo e regia Elisa Menon
con Stefania Onofrei, Elisa Menon
Produzione Fierascena, Jobel Onlus / 2018

Questa storia di ascese e cadute, e di cadute e di ascese, la storia di un uomo, un gommista, un marito, un fedele, un visionario, uno che sta cambiando il mondo. Questa storia di corpi abbandonati, di corpi salvati, lavati, vestiti, di corpi dannati, santificati, la storia di uno che si prende cura, che non ha paura, che si fa vicino, che si china per rialzare, per liberare, una cento mille volte, infinite volte, come la prima si china.

La salute mentale, l’agio, il disagio, l’esperienza di Franco Basaglia nell’Italia degli anni ’70 che trova eco nell’Africa Occidentale di oggi dove c’è chi libera i malati dai ceppi che li affliggono e se ne prende cura. La performance racconta queste storie straordinarie e dolorose attraverso la parola, le immagini, i suoni e pochi semplici oggetti.

Lo spettacolo nasce come strumento di sensibilizzazione e divulgazione dell’opera di Grégoire Ahongbonon, figlio di contadini di un piccolo villaggio del Benin che ha deciso di dedicare la sua vita alle persone affette da malattia mentale liberandole letteralmente dalle catene e raccogliendo dalle strade gli emarginati, gli epilettici, i disabili a tutti quelli che “nessuno vuole”.

Con l’Associazione “Saint Camille de Lellis”, da lui fondata nel 1994, Grégoire è riuscito a riportare alla vita oltre centomila persone: questo spettacolo è stato costruito per raccontare la sua storia avvicinandola ad un pubblico vario in modo semplice, leggibile, godibile e profondo. Per renderla più accessibile e più prossima al pubblico italiano la vicenda di questo straordinario uomo è infatti avvicinata a quella di Franco Basaglia, uno dei più noti psichiatri moderni, le cui idee innovative sancirono la fine della vecchia concezione di psichiatria e, soprattutto, del vecchio concetto di cura psichiatrica.

Il più grande merito di Franco Basaglia è stato quello di restituire dignità alla malattia mentale non considerando il paziente come un oggetto da aggiustare ma come una persona da accogliere, ascoltare, comprendere, da aiutare, e non da recludere o da nascondere esattamente come Grégoire fa oggi in Togo, Benin, e Costa D’Avorio. Il parallelismo tra i due personaggi dunque aiuta lo spettatore a comprendere la portata dell’opera di Grégoire e nel contempo ad inserirla nell’ottica corretta: quella di una vera e propria rivoluzione che grazie a lui si sta compiendo.

Durata: 45 minuti
Genere:Teatro d’attore, Teatro divulgativo
Target: Adulti e ragazzi, bambini accompagnati dai genitori